martedì 15 febbraio 2011

Caterina Kensbock: dopo l'infortunio voglio riscoprire il piacere di giocare a calcio!



Oggi un altro contributo importante è giunto in redazione per l'iniziativa "La testa nel pallone!". Caterina Kensbock, d'origine tedesca, è una giovane promessa della squadra di calcio femminile Carpisa Yamamay. Ha raccontato a noi dell'apams della sua passione per il calcio e di come sia riuscita a superare un grave infortunio che l'anno scorso l'ha costretta quasi ad abbandonare il gioco. Ma la sua forza di volontà e la professionalità di chi l'ha seguita sono stati determinanti per le ripresa. Ringraziamo Caterina per il suo appassionato racconto.

"A dirla tutta il calcio non è stato l’unico sport che adoravo da piccolina; ero interessata anche ad altre attività, ma ad un certo punto il calcio ha preso il sopravvento. Come di preciso è iniziata questa mia passione non saprei dire, ma sicuramente avranno contribuito anche mio padre che, lasciandomi libera nelle mie scelte, mi portava spesso nel parco a giocare e i miei cugini e mio zio che puntualmente quando venivo in Italia mi portavano allo stadio con loro.
Quando si inizia a praticare uno sport, si inizia e basta, non pensi a chi è destinato o chi dovrebbe praticarlo. Credo che ogni tipo di sport è praticabile da tutti, l’importante è davvero volerlo e crederci.
In Germania mi dicevano sempre: “Si vede che sei tedesca, ma che hai l’animo italiano”. Questa descrizione la ricordo sempre col sorriso, riconoscendomi in quanto dicevano. Ho vissuto in Germania per 16 anni, ma ogni estate venivo qui in Italia per le vacanze estive. La realtà è che ho riscontrato qui il calore e l’affetto dello persone che mi ha convinto a fare questo passo importante: trasferirmi! Ogni tanto ripenso a questa mia scelta e mi rattristo pensando a cosa ho lasciato: Berlino è una metropoli, una città che ti offre molte, soprattutto a livello lavorativo, ma credo che alla fine tra lo svegliarsi con il sole e con il grigio ci sia una netta differenza.
Giocavo già a Berlino e prima di trasferirmi mi sono assicurata di trovare una squadra italiana: la mia avventura calcistica italiana è iniziata con la Salernitana e ora, da due anni, gioco a Napoli con il Carpisa Yamamay.
Per quanto possa adorare questo sport, credo che comunque il calcio, soprattutto femminile e in Italia (la situazione all’estero è ben diversa credo) non possa garantire niente di concreto per il futuro. E’ anche per questo che ho deciso di continuare a studiare, cosa che oltre ad essere necessaria, a volte è anche piacevole. Conciliare tutte le cose è davvero difficile: ci vogliono sacrifici e tanta determinazione, ma alla fine se è qualcosa che piace niente pesa e tutto si può fare.
Ancora scuoto la testa se penso all’anno passato. Mi sono infortunata durante un allenamento al legamento crociato e ho dovuto rinunciare a giocare per un po’. Questo inaspettato e lungo stop ha impedito di esprimermi al meglio e di dimostrare la mia voglia di far bene in questa nuova squadra. L’infortunio è avvenuto a gennaio e dato che il legamento non era del tutto rotto ho deciso di continuare a giocare, anche se rischiando. Vuoi per un motivo vuoi per un altro (e soprattutto perché eravamo ad un passo dalla A1) ho voluto crederci e ho posticipato a fine stagione l’intervento. Non rimpiango di averlo fatto, ma alla fine non siamo neanche riuscite nel nostro intento e un po’ di amarezza è rimasta…
Molte persone, soprattutto i familiari, vedendo certi infortuni e certe situazione cercano sempre di distoglierti da questa passione o  dissuaderti e devo ammettere che per un periodo avevo deciso di non giocare più, consapevole che comunque pur tornando presto in campo, non avrei potuto dare quando desideravo. Forse anche a causa dell’intervento, non avevo né stimoli né voglia di continuare, ma le domeniche a casa o comunque quelle lontane da un campo di gioco mi rattristivano e mi hanno dato la forza di continuare a crederci. Ho ripreso, anche in tempi veloci, grazie a tante persone che mi hanno sostenuto sia nel recupero fisico che mentale: credetemi una persona dopo un infortunio è un po’ demoralizzata, può essere davvero terrificante e stressante!
Ho voluto continuare, continuare a credere in questa squadra. I motivi sono fondamentalmente due, il primo è un buon affiatamento col gruppo delle giocatrici e il secondo uno staff convincente ed energico.
Il nostro campionato non è iniziato in modo brillante, ma credo che in ogni cosa e in ogni squadra esistano alti e bassi. Stiamo scalando piano piano la classifica impegnandoci in un duro allenamento e coltivando la speranza senza abbandonare un sano realismo.
A livello personale mi auguro di riprendermi completamente dopo l'infortunio e di recuperare, forse nel realizzare un buon gioco, il piacere di giocare a calcio. Caterina Kensbock".

Valentina Capezzuto

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